Questo ‘affascinante’ ragazzone nella foto, è Brahim Garouan, maghrebino e terrorista andato a sgozzare cristiani in Siria.
Ed è per questo che la magistratura italiana ha deciso di premiarlo, non lui, perché grazie a Dio è stato eliminato in Siria , ma la sua famiglia.
Infatti, non ostante fosse in Siria con i fanatici islamici come lui, in Italia, è stato assolto: non era un terrorista.
E così, è arrivato il risarcimento per ingiusta detenzione: 60mila euro per gli 8 mesi e 8 giorni trascorsi dietro le sbarre nel 2011. Tanto valeva staccare un assegno a ISIS.
La vicenda è stata ricostruita dal Quotidiano del Sud. Tre anni fa Brahim Garouan, suo padre Mohammed, imam di Sellia Marina (Catanzaro) e Younes Dahhaki furono arrestati con l’accusa di essere addestratori di terroristi. E lo erano, visto la storia successiva.
Gli inquirenti trovarono anche video in cui si spiegava ai potenziali jihadisti come fabbricare una cintura esplosiva o come diventare un bravo cecchino.
Ma per la Cassazione, quella dei ‘jeans’, erano tutti bravi ragazzi. Per la Suprema Corte, “il terrorismo virtuale, fatto di manuali e corsi di formazione, non è reato“.
Resta da vedere come mai, ad esempio, chi invece ha diffuso idee su internet – idee, non manuali su come farsi esplodere – si è beccato anni di carcere. Vedi caso Stormfront.