‘Profughi’ bloccano strada: “Non lasceremo l’hotel”

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Violenze al centro per sedicenti profughi di via Carducci, molti provenienti dal famigerato centro di Rovereto. Trentanove profughi stranieri, in procinto di essere trasferiti in altre città hanno inscenato l’ennesima protesta violenta per non abbandonare una lussuosa struttura ricettiva del posto.

Per questioni logistiche, si era deciso di trasferirli nei centri profughi nei dintorni di Roma e di Frosinone, ma la scelta non è piaciuta agli ospiti.

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Tredici  sono destinati a Roma, 18 ad Arce in provincia di Frosinone, 8 a Cassino, sempre in provincia di Frosinone. Vengono da paesi dove non ci sono guerre: Nigeria e Zambia, e dicono di trovarsi bene a Bolzano, città dove hanno stretto legami. Nel mercato dello spaccio, viste le notizie degli ultimi mesi.

Il pullman, inviato per recuperare gli immigrati, è fermo da stamattina in via Carducci, dove la polizia, invece di sgomberare i clandestini, ha chiuso la strada al transito dei cittadini.

Con i sedicenti profughi la Caritas locale, che non ci sta a perdere il business e cederlo a qualche altro centro.

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Gli immigrati sono tutti originari di Nigeria, Gambia, Ghana e Bangladesh. Nessuno di questi paesi ha dittature o guerre in corso, si tratta quindi di clandestini.

Ma questo non ferma la macchina del business guidata da Renzi e Al Fano: così i ‘profughi’ sono destinati a strutture per richiedenti asilo o per titolari di protezione internazionale. in strutture apposite del Lazio. Tutto a spese nostre.

Spassose le parole di un ‘mangiapane a tradimento’ della Caritas: «Sono uomini che nei loro Paesi d’origine si trovavano in pericolo di vita o venivano discriminati a causa della loro religione, posizione politica o appartenenza a determinati gruppi sociali ed etnici», dice infatti tal Leonhard Voltmer, responsabile del servizio Caritas di Consulenza Profughi.

Siamo alla totale follia.

«Hanno affrontato un lungo e pericoloso viaggio per arrivare fino da noi, ricominciare da capo a inserirsi in un nuovo ambiente e contesto sociale è sicuramente per loro fonte di preoccupazione», conclude Voltmer.

Dovranno ricreare nel Lazio una nuova rete di spaccio, si tratta di un grave problema logistico.

Siamo alla totale demenza. Clandestini che vengono spacciati per ‘perseguitati’, preti mancati della Caritas che non vogliono mollare l’osso, e che in nome del business incitano gli immigrati alla protesta. Centri per immigrati che si litigano i clandestini…una guerra senza esclusione di colpi tra Caritas e Coop: tutto sopra le nostre teste.




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