Epidemie, circolare choc a Roma: “Non toccateli”

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EVITATE LUOGHI CHIUSI E NON TOCCATE IMMIGRATI SCONOSCIUTI

PRIMA CE LI PORTANO, POI, INVITANO A ‘NON TOCCARLI’

Mentre il governo e il presunto ministro della Salute negano l’emergenza epidemie causata dall’immigrazione, e i media di distrazione di massa ‘manganellano’ chiunque osi darne notizia (ultimo in ordine cronologico Girllo) il Comune di Roma diffonde una circolare, nella quale invita a non toccare gli ‘sconosciuti’, che tradotto, significa immigrati.

Parla esplicitamente del «rischio derivante da esposizione ad agenti biologici ed ai parassiti umani», e di non avvicinare soggetti che presentano tosse persistente, evidenti alterazioni sulla cute – bolle o pustole – ed una profusa sudorazione.

La circolare è stata inviata ai propri uffici dalla Polizia Municipale di Roma, e invita, nell’ordine a:

Lavarsi bene le mani dopo aver starnutito, dopo un colpo di tosse e dopo aver utilizzato il bagno. Usare guanti e mascherine. Evitare ambienti chiusi e, soprattutto, nessun contatto con sudore, sangue e altri liquidi organici delle persone sconosciute.

In breve: non toccateli.

Come si possa ‘evitare luoghi chiusi’, risulta difficile da capire. La metro è un luogo chiuso? I treni? Le scuole? Non sarebbe più semplice impedire l’ingresso delle ‘persone’ a rischio?

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In termini politicamente corretti, quello attuale viene definito picco di «malattie della povertà», dall’osservatorio dell’Istituto di Medicina solidale. Tutto per non usare un termine molto più attinente: immigrazione. Perché i poveri sono sempre esistiti, ma erano ‘nostri’ poveri.

Ma oggi, dopo l’ingresso nel nostro paese di centinaia di migliaia di clandestini provenienti dall’Africa, non si è più sicuri nei ‘luoghi chiusi’.

E allora ecco la «circolare anti-virus» per evitare il contagio da scabbia, epatiti, tigna, tubercolosi, meningite, ebola, lebbra.

La circolare è composta di sette pagine ed è stata distribuita lo scorso 26 settembre.

Intanto, due vigilesse del VI gruppo Torri, impegnate in interventi di pulizia della struttura per i rom di via di Salone, sono state colte da malore per il fetore derivante dalla sporcizia. Una delle agenti è stata ricoverata al Policlinico Tor Vergata per, si spera, intossicazione: il referto prescrive due giorni di riposo per lo stato di nausea ed il vomito.

«L’emergenza però non è soltanto dettata dai campi rom – afferma il segretario romano del Sulpm, Stefano Giannini – è soprattutto accentuata dal gran numero di stranieri, e delle etnie più svariate, con cui ci troviamo ogni giorno ad operare. Questa circolare è inaccettabile, soprattutto perché si dimentica che i vigili urbani non vengono riconosciuti come una categoria a rischio». Secondo Giannini, inoltre, nella direttiva vengono elencati «senza alcun parere dell’Asl» quali sono le sostanze nocive per la salute, i virus e i batteri, «ma le misure per poter far fronte a queste infezioni sono irrisorie, se si considera che non possiamo girare tutto il giorno con mascherine e che nelle nostre auto mancano i vetri divisori previsti per le forze dell’ordine».

Non siamo noi a doverci munire di mascherine e tute anti-contagio. Non siamo noi a dover evitre ‘luoghi chiusi’. Sono loro a doversene tornare da dove sono venuti. Cazzo.

Domanda: i bambini che frequentano scuole (luoghi chiusi) con presenza di zingari e immigrati, devono indossare mascherine ed evitare di toccare quelle tipologie di alunni?




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