“Kyenge torna in Congo”: salta processo

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PER MAGISTRATO SBADATO

Doveva aprirsi l’altra mattina, al tribunale di Macerata, il ridicolo processo per le scritte che invitavano la congolese Kyenge a tornare in Congo.

 

Le scritte erano apparse davanti all’ingresso della sede del Partito democratico di Macerata, in via Spalato, nella notte tra l’8 e il 9 maggio dell’anno scorso.

Non avendo spacciatori e criminali veri da perseguire (?)  la Gestapo Digos, sotto la guida del procuratore Giovanni Giorgio, si avevano indagato e accusato del ‘terribile’ gesto Tommaso Golini, responsabile provinciale di Forza Nuova.

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Ma quando un procuratore è un incapace, non lo dimostra solo nel perseguire reati inesistenti, ma anche nel non saperlo fare.

Così, la mattina del primo ottobre,  il processo si è bloccato prima di cominciare: mancava la notifica e il giudice ha dovuto rimettere gli atti alla procura.

L’imputato ha sempre respinto le accuse, negando sia stato lui l’autore delle scritte. 

Ma da quando, invitare una congolese a tornare in Congo è reato? Dovrebbero, per questo, perseguire almeno il 70% degli italiani che la pensa allo stesso modo.

In quel periodo, del resto, apparvero centinaia di scritte simili in tutta Italia. Per ora, la Kyenge, è andata a Bruxelles, la capitale metropolitana dell’allora Congo belga.




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