Bergoglio parla di ‘profughi’, ma in Vaticano non ne vuole

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Deve essere l’aria non troppo favorevole al ragionamento complesso dell’Albania, così Bergoglio, di ritorno da Tirana invoca una “sistematica e fattiva collaborazione che coinvolga gli Stati e le Organizzazioni internazionali” per affrontare i movimenti migratori ormai di grandi dimensioni.

Lo scrive nel messaggio per la cosiddetta giornata mondiale del ‘migrante e del rifugiato’.

Alla “globalizzazione del fenomeno migratorio occorre rispondere con la globalizzazione della carità e della cooperazione”, in modo da “umanizzare le condizioni dei migranti”.Poi, rivolgendosi a immigrati e rifugiati: “Avete unposto speciale nel cuore della Chiesa”.

Avranno anche un ‘posto speciale’ nel vostro cuore, ma non hanno posto nelle vostre belle stanze al Vaticano.

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Alla cosiddetta ‘globalizzazione della cooperazione’, il Vaticano non partecipa.

Come sempre quando si parla di falsi profeti: non fate  quello che dicono, ma fate quello che fanno loro. E loro i ‘profughi’ non se li prendono.

Il numero di immigrati in Vaticano è ZERO. Il numero di venditori abusivi è zero.

C’è un  nome per indicare coloro che predicano l’accoglienza, che con l’accoglienza degli altri guadagnano, e che non la praticano: parassiti. Ecco, in Vaticano, ci sono molti parassiti.

Perché Bergoglio non si fa mandare qualche migliaio di quei clandestini che Renzi e Al Fano sparpagliano per l’Italia? Perché non si prende qualcuno di quei fratelli africani che terrorizzano il quartiere romano di Corcolle?




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