Dopo una ridicola indagine – invece di arrestare gli scafisti e i clandestini, o magari qualche pedofilo, arrestano chi scrive su Fb – la GESTAPO Polizia postale è giunta all’autore dell’allarme su Facebook per tre presunti casi di Ebola a Lampedusa.
Si tratta di un torinese 44enne, con – scrivono le agenzie – precedenti di ‘xenofobia’. Visto che si tratta di un istinto (non esiste il reato di xenofobia) sarebbe divertente sapere di cosa si tratta.
L’uomo è stato denunciato. Mentre chi traffica migliaia di clandestini, tra i quali moltissimi infetti, è a Palazzo Chigi.
La polizia postale, nel suo fanatico tentativo di occultare notizie, ha poi anche cancellato la falsa(?) notizia da oltre 27 mila profili che l’avevano condivisa e rimosso la foto che accompagnava il post.
Con il messaggio: “Scienziati e medici temono epidemia globale”.
Almeno per il messaggio, il denunciato era stato preveggente. Il primo caso di Ebola sui barconi – ammesso e non concesso che non ci sia già stato – è solo questione di quando, non di se.
E comunque, pensare che ci sono impiegati statali pagati per perseguitare i cittadini per quello che scrivono, è piuttosto inquietante. E disgustoso.
VOX non pubblicò la notizia, perché non c’erano riscontri certi. Questo non significa fosse falsa, significa che non era stato possibile avere conferme dirette. Senza le quali non pubblichiamo.