Sudafrica:Bambino martoriato e ucciso da rapinatori

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E’ il Sudafrica di “Madiba”

Siamo a Johannesburg: un tempo fiore all’occhiello del paese prima economia d’Africa; oggi città teatro di atti di criminalità sempre più brutali.

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E’ la tarda serata del 19 Luglio scorso. Dopo una giornata in famiglia Chantel Morris, con i suoi due figli si appresta a tornare nella propria abitazione; ma non fa neppure in tempo ad accendere l’auto, che due uomini si fiondano sulla stessa. Vogliono la vettura, e si scocciano di aspettare.
A fatica, i due uomini vengono convinti a lasciare perlomeno che i figli ( di 8 e 4 anni) abbiano il tempo di scendere dall’auto. Il primo figlio salta in un lampo fuori, ma il secondo non è così fortunato: si è impigliata la cintura di sicurezza.
I due uomini potrebbero aspettare: i furti e le rapine d’auto a Johannesburg sono oramai all’ordine del giorno; non rischierebbero nulla ad attendere qualche secondo. Ma non aspettano.
La macchina, con a bordo i due rapinatori, riparte sgommando: il bambino resta agganciato alla cintura di sicurezza, ma la testa viene scaraventata fuori dall’abitacolo andando incontro ad un’orrenda fine. In tutto ciò, i ladri continuano indisturbati la loro marcia, prima di abbandonare veicolo e bambino martoriato a 4 chilometri di distanza.

L’ennesimo atto di ferocia annunciata.
Come qualsiasi statistica può confermare, Johannesburg è diventata in meno di 20 anni una delle città con il più alto tasso di criminalità al mondo. Ed essa è solo l’emblema di un paese caduto a picco. Dalla fine di un certo regime tanto demonizzato dai media, il Sudafrica si è distinto ( oltre che per il crimine feroce che ricorda quello presente nel resto del continente africano) soltanto per diffusione Aids, dittatura del partito unico ANC, e “discriminazione positiva”: come le quote nere, quelle che Kyenge vorrebbe mettere in Italia.
Quelle che hanno debilitato le aziende, affamato i bianchi ( ma non solo) e reso la polizia un postribolo di corruzione, incapace di contenere la violenza dilagante.
E il colmo è che uno degli artefici principali di questo disastro, nonché terrorista, continua ad essere osannato puerilmente dai mass media occidentali.




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