“Siamo tutti uguali”: bambino di 9 anni sposa una 62enne

Vox
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Sudafrica – “Siamo tutti uguali”. Quante volte ci siamo sentiti ripetere questa frase, spesso usata in Occidente per cercare di predisporre la nostra psiche all’accettazione della società multietnica. Ma sarà proprio così? Chi scrive ne ha sempre dubitato, forse perché abituato a pensare con la propria testa.

Un bambino di nove anni  ed una donna di sessantadue hanno rinnovato le promesse nuziali, a distanza di un anno dalla precedente cerimonia. Accade nel Sudafrica post-apartheid.

Sanele Masilela, un bambino che va ancora a scuola, ha chiesto alla sua famiglia di poter celebrare nuovamente il matrimonio con Helen Shabangu di 62 anni. Il tutto è avvenuto per “rendere felici gli antenati” che sarebbero apparsi in sogno al bambino per ordinargli di risposare la sua attuale “moglie”.

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La cerimonia, con tanto di bacio tra gli “sposi”, è stata celebrata presso la casa della donna, a Ximhungwe in Mpumalanga, e ha visto la partecipazione di circa 100 invitati. Le famiglie hanno appoggiato il matrimonio. La madre del bambino ha detto: “Le nozze sono state celebrate per volontà degli antenati, che adesso sono felici. Se non avessimo fatto ciò che mio figlio chiedeva, qualcosa di terribile si sarebbe, in seguito, abbattuto su tutta la famiglia“.

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La donna 62enne è già sposata con un uomo di 66 anni e ha cinque figli, molto più grandi del bambino che ha sposato.  Il marito 66enne ha detto “Io e i miei figli siamo felici dell’unione”.

Siete convinti anche voi che “siamo tutti uguali”? Personalmente continuo ad avere delle perplessità. L’apartheid, in fondo, aveva una sua logica.