Nave privata andrà a raccogliere clandestini, Marina Militare ha fatto proseliti

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La Marina Militare italiana ha fatto proseliti. Regina Catrambone, imprenditrice italiana residente a Malta, vuole partecipare alle attività delle navi militari impegnate nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina mettendo a disposizione una nave privata che si occuperà del “primo soccorso”. Certi imprenditori sono ingordi e non accettano la concorrenza. 

L’idea sarebbe arrivata da papa Francesco, che proprio nei giorni scorsi ha invocato maggiori diritti per gli immigrati che cercano di entrare clandestinamente in Europa e Usa. L’imprenditrice racconta di essere stata ispirata dal viaggio del Pontefice a Lampedusa avvenuto l’8 luglio di un anno fa: “Guardando dritto nella telecamera diceva che tutti quelli che hanno la possibilità di aiutare i migranti dovevano farlo”. C’è da crederle sulla parola, l’idea di creare un business non l’ha neanche sfiorata, è pura filantropia.

Regina Catrambone, imprenditrice che vuole aiutare i clandestini
Regina Catrambone, imprenditrice che vuole aiutare i clandestini

Insieme al marito statunitense Christofer ha creato la Moas (Migrant offshore aid station) che sarà operativa già dal prossimo mese. La coppia di milionari, attiva nel campo delle assicurazioni, ha acquistato l’imbarcazione in Virginia e ha deciso di trasformarla in “traghetto per clandestini”, con tanto di droni a bordo che dovranno intercettare i barconi.

A bordo della nave ci sarà un gruppo internazionale composto da medici,operatori marittimi, paramedici e persino una filmmaker che riprenderà le operazioni di salvataggio. L’immigrazione clandestina, quindi, diventa un reality show. Naturalmente non si tratta di un modo per farsi pubblicità, questo è un pensiero da maligni.

Moas, la nave privata che farà concorrenza alla Marina Militare italiana nel raccogliere clandestini
Moas, la nave privata che farà concorrenza alla Marina Militare italiana nel raccogliere clandestini
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La coppia ha investito alcuni milioni di euro nell’affare e conta di ingrandire il business. Regina ha dichiarato che presto la Moas sarà sostenuta attraverso il crowdfunding: “Chiedere dei soldi prima avrebbe significato perdere troppo tempo e la sensazione è che sia già troppo tardi”. Ha fretta di iniziare, il suo cuoricino ha già sofferto troppo per i poveri migranti.

Sul sito dell’iniziativa www.moas.eu è possibile leggere l’invito, rivolto a chi sostiene il loro “lavoro”, ad effettuare donazioni e ad incentivare gli amici a fare lo stesso.

Persone di questo tipo abbiano almeno la decenza di non insultare l’intelligenza altrui. Gli affari sono affari, non è necessario addurre motivazioni umanitarie per giustificare la sete di profitto.

 

 




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