Mose: “Così portavamo valigie di soldi al PD”

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Lo scandalo Mose si allarga, e rischia di annichilire il PD. Lo aveva gridato il sindaco Orsoni, che i soldi erano per il partito, e dal verbale del manager Scaramuzza emergono particolari osceni sul sistema di corruzione ‘democratico’.

Un sistema talmente esteso da essere ormai consuetudine, e non solo a Venezia. Non solo per il Mose.

Durante l’interrogatorio, il manager accusato di pagare tangenti nell’affaire Mose, Scaramuzza, spiega come “preparavamo le scorte di soldi da consegnare ai Democratici“.
Venivano riempite valigiette poi consegnate ai referenti del partito.

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Intanto, i magistrati guidati da Nordio accendono i riflettori sui deputati PD che inviarono Orsoni a reclamare il ‘dovuto’ – le tangenti – dal faccendiere Mazzacurati, i parlamentari renziani Zoggia e Mognato.

Ma non basta, perché il faccendiere del PD, quello che distribuiva le ‘mazzette’ ai vari membri del partito, Brentan, è un fiume in piena. Ha ammesso durante l’interrogatorio di avere portato “altro denaro a un nostro consigliere

Non un partito. Un covo di ladroni. Ladri di voti, di soldi e di democrazia. Al governo senza elezioni.




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