Roma: emergenza diossina, zingari bruciano di tutto

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I residenti dei quartieri che abitano nelle vicinanze dei campi nomadi non ce la fanno più. E’ la stessa situazione in tutte le città italiane: furti e degrado. E fumi tossici che, come denunciato da una ricerca epidemiologica, aumentano l’incidenza di tumore ai polmoni nelle aree interessate.

Accade anche a Salone,Roma dove roghi al campo rom sono quotidiani e avvolgono il quartiere in una nebbia perenne, una nebbia di diossina.

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 Il “villaggio della solidarietà” gestito dal Comune di Roma, dove risiedono un migliaio di cittadini rom, continua a fare da inceneritore di rifiuti a cielo aperto, con fiamme e colonne di fumo nero, denso, irrespirabile che costringe i residenti a recludersi in casa propria.

Il comitato di quartiere Nuovo Ponte di Nona:  “Abbiamo fatto segnalazioni, presentato esposti, consegnato alla delegata alla sicurezza del sindaco Marino, una raccolta firme”. Ma Marino è impegnato con il gay pride, cosa volete che si interessi della salute delle persone? Siete gay? Almeno un po’ colorati? No? E allora arrangiatevi.

“Questa situazione è inaccettabile. Il sindaco Marino garantisca la nostra salute e di quelli che vivono nel campo da lui gestito – dice Foresti, presidente del comitato – aumenti i controlli di Polizia Roma capitale. gestisca in modo diverso il viallggio che di solidale non ha proprio nulla. Per i roghi occorre intervenire ora e subito. C’è una emergenza e se le risorse umane disponibili non lo consentono ora la legge sulla terra dei fuochi consente di utilizzare anche l’esercito per effettuare vigilanza. Noi cittadini di Ponte di nona ci sentiamo abbandonati! marino si deve assumere la responsabilità di stroncare questi atti criminali!”.

I cittadini prendano in mano il loro destino e facciano come a Napoli. E’ l’unico modo.