Governo voleva mettere clandestini in convento del ‘400: sindaco leghista si oppone, scontro duro con prefetto

Vox
Condividi!

“Gli amministratori leghisti hanno rifiutato e rifiuteranno categoricamente di accettare i clandestini che la prefettura sta tentando di inviare ai Comuni”. E’ l’annuncio ufficiale in conferenza stampa del segretario provinciale Pietro Pisani, con una rappresentativa di esponenti istituzionali del Carroccio.

“Accettando ingressi indiscriminati lo Stato fa il gioco degli schiavisti e illude migliaia di disperati. Ma fa anche il gioco dei poteri forti e della criminalità organizzata che vogliono l’invasione per sfruttare manodopera a prezzi da fame. Il Governo sta mostrando totale incapacità”, ha detto Pisani.

“Non è etico da parte di uno Stato passare sopra la volontà popolare. I cittadini devono essere liberi di decidere chi accogliere e chi no. Ecco perché speriamo che la nostra raccolta firme per abolire le prefetture vada a buon fine. Sono enti inutili, al contrario delle Province, che ci hanno tolto, ma che erano democraticamente elette”.

Vox

Poi l’attacco al sindaco di Piacenza, Paolo Dosi: “Se Piacenza è disposta ad accogliere questi clandestini camuffati da migranti, se li tenga pure, ma il sindaco dovrà renderne conto ai cittadini”. “Noi diciamo no, da più parti i cosiddetti ‘profughi’ sono già scappati, seminando delinquenza. E qualcuno si è pure scoperto che era fuggito dalle patrie galere di casa sua”.

A Cortemaggiore l’assessore leghista Matteo Rancan ha ingaggiato un duro braccio di ferro con la prefettura per opporsi all’invio di clandestini nel suo Comune: “Volevano mandarceli nel convento francescano. Un’opera del ‘400, di inestimabile valore. Con la nostra opposizione abbiamo impedito lo scempio. Se li tenga la prefettura, magari ospitandoli nel sontuoso appartamento disponibile per le visite del presidente della Repubblica”.

Rancan ha ricordato che ciascun sedicente ‘profugo’ “costa alla collettività 30 euro – in realtà 45 – al giorno, più una ricarica telefonica di 15 euro per chiamare casa, 2,5 euro di extra quotidiani, abbigliamento, lenzuola e assistenza sanitaria”. A questo proposito ha rimarcato che “in Africa è in atto l’emergenza Ebola e non possiamo rischiare che il virus possa essere importato nel nostro Paese. Il Senegal ha già chiuso le frontiere, il Marocco ha moltiplicato i controlli”.