I genitori vegliano sul molo, aggrappandosi alla speranza, mentre il vento e la pioggia li sferzano inclementi.

A dodici chilometri di distanza, i loro 250 figli sono intrappolati nella nave sott’acqua, bloccati all’interno della Sewol, il traghetto sudcoreano che li stava portando ad una gita di quattro giorni all’isola di Jeju quando affondata mercoledì mattina.

La situazione è disperata. Il secondo giorno della missione di salvataggio, la visibilità sott’acqua e le correnti hanno fermato sommozzatori della Marina dall’intraprendere l’ingresso nello scafo sommerso della nave. Tutti gli sforzi sono stati abbandonati nel primo pomeriggio.

“Ci sono 160 subacquei delle forze speciali, ma la corrente è così forte che vengono spazzati via quando entrano nell’acqua”, ha detto Kim Dohyun , un veterano di 52 anni, delle forze speciali che fungeva da collegamento con i genitori .

“In questo momento, le squadre stanno battendo sulla parte esterna della nave con martelli per ascoltare eventuali superstiti all’interno”.

Intanto, dalla nave, sms disperati: “Abbiamo ricevuto almeno 20 messaggi dai bambini sulla nave che sono ancora in vita”, ha detto una madre sul molo.

Un messaggio, che circola tra i genitori, avrebbe rappresentato l’elenco dei sopravvissuti inviato da dentro la nave. Non c’era modo di verificare i messaggi di testo come sono stati inviati da telefono a telefono più volte.