Il governo americano è il vero creatore dei social network?

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C’è il governo americano dietro la creazione dei social network come Facebook e Twitter con l’obiettivo di dominare l’informazione globale? La scoperta di un piano segreto per creare un ‘twitter cubano’ apre uno squarcio in quelli che sono i comportamenti del governo Usa.

La storia che vi andiamo a raccontare ha infatti l’aspetto inquietante di un controllo globale americano – del governo americano – su quelli che  vengono definiti i ‘nuovi media’.

Nel luglio 2010, Joe McSpedon, un funzionario del governo degli Stati Uniti, è volato a Barcellona per sistemare gli ultimi particolari di un piano segreto per costruire un social media volto a disarticolare alle basi il governo di Cuba.

McSpedon e il suo team di esperti high-tech arrivavano da Costa Rica e Nicaragua, Washington e Denver. La loro missione: lanciare una rete di messaggistica che raggiungesse centinaia di migliaia di cubani. Per nascondere la rete al governo cubano, avrebbero istituito un sistema complesso di società di copertura utilizzando un conto corrente bancario alle Isole Cayman, e agli stessi dirigenti reclutati non sarebbe stato detto dei legami della società con il governo degli Stati Uniti.

Detto tra noi, e chissà che gli stessi Facebook e Twitter non siano stati ‘progetti governativi’ americani, almeno in principio.

McSpedon non lavarava per la CIA. Questo era un programma gestito dalla US Agency for International Development (USAID), nota per sovrintendere miliardi di dollari in aiuti umanitari degli Stati Uniti. (E poi ‘accusano’ Putin quando espelle le Ong americane dalla Russia, quando è noto che sono la longa manus del governo Usa)

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Secondo i documenti ottenuti da Associated Press e molteplici interviste con persone coinvolte nel progetto, il piano era quello di sviluppare una strttura essenziale di un “Twitter cubano” adatto alla tecnologia povera del Paese, utilizzando la messaggistica di testo. Il piano era chiamato ZunZuneo – slang per il cinguettio di un colibrì cubano.

I documenti mostrano che il governo degli Stati Uniti prevedeva di costruire una base di abbonati attraverso “contenuto non controverso” – una sorta di specchietto per le allodole, per rimaneere ai volatili – fornendo un servizio di messaggi di notizie su calcio, musica e aggiornamenti meteo. L’ideale per attirare il ‘cittadino medio’. Più tardi, quando la rete avesse raggiunto una massa critica di abbonati, forse centinaia di migliaia, gli operatori avrebbero introdotto a piccoli passi contenuto politico, ovviamente filo-americano, volto a ispirare nei cubani l’idea di organizzare “Smart Mobs” – raduni di massa convocati con preavviso per innescare una sorta di ‘primavera cubana’, o, come è scritto nel documento di USAID: “rinegoziare l’equilibrio di potere tra lo Stato e la società.” A favore degli Usa.

Al suo apice, il progetto ha attirato più di 40.000 cubani nel condividere notizie e scambiare opinioni. Ma i suoi abbonati non sono mai stati a conoscenza che questo era stato creato dal governo degli Stati Uniti, o che gli appaltatori americani stavano raccogliendo i loro dati privati, nella speranza di poterlo utilizzare per scopi politici.

“Non ci sarà assolutamente alcuna menzione del coinvolgimento del governo degli Stati Uniti”, secondo una nota del 2010 di Mobile Accord, uno dei contraenti del progetto. “Questo è assolutamente fondamentale per il successo a lungo termine del servizio e per garantire il successo della missione.”

La legge degli Stati Uniti richiede che ogni azione segreta di una agenzia federale debba avere una autorizzazione presidenziale e che il Congresso sia notificato. L’amministrazione Obama non ha potuto fare altro che confermare.

La domanda è: quanti media di distrazione di massa del cosiddetto ‘mondo libero’ – Italia compresa – sono in realtà marionette create, finanziate e imboccate dal governo americano? Quante storie di presunto ‘successo imprenditoriale istantaneo’ di self made men senza risorse sono, in realtà, il frutto di progetti finanziati da entità governative Usa?

E’ evidente che il governo cubano non è migliore di quello americano. Ma la rivoluzione cubana era – almeno in principio – una reazione da parte di Castro e i suoi all’egemonia Usa sull’isola, che era diventata il bordello degli Usa. Tanto per capire che il male non è sempre facile da individuare. Poi Castro si è trasformato in quello che conosciamo, ma è una questione dei cubani, nella quale il governo americano non dovrebbe interferire. Non più di quanto non dovrebbe interferire la Russia in Ucraina.