Miliardi in fumo, l’allarme Eni: ‘Con sanzioni Russia salta Southstream’ – Il disegno geopolitico Usa e il TAP

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“Vedo il futuro del Southstream piuttosto fosco”, perché la crisi ucraina “metterà anche in discussione le autorizzazioni Ue necessarie per portare avanti il progetto: non so se si realizzerà”. Lo ha detto l’ad dell’Eni Paolo Scaroni, che si è detto comunque “felice per l’ordine ottenuto da Saipem (leggi qui), anche se forse non lo porterà avanti”.

Schiavi della Ue e degli Usa.

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Ora si comprendono altre forze in ballo. Gli Usa hanno da anni l’idea di far saltare il progetto South Stream che legherebbe la Russia e alcune nazioni europee in un’alleanza energetica sfavorevole per gli americani, per, invece, sostituirlo con il TAP, gasdotto che metterebbe l’Europa nelle mani turche, disegno geopolitico americano da decenni.

Per South Stream, il progetto di gasdotto sostenuto da Gazprom ed Eni, oltre che dalla francese EDF e la tedesca BASF, è stato firmato pochi giorni fa un contratto del valore di circa 2 miliardi di euro con Saipem Italia per costruire il tratto off-shore del percorso sotto il Mar Nero dalla Russia alla Bulgaria. La costruzione era prevista per il mese di giugno.

 




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