Fuga di capitali russi da banche occidentali, a rischio commessa da 2 miliardi a Saipem Italia

Vox
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Non solo la banca centrale, come abbiamo descritto QUI, anche società private russe stanno ritirando miliardi di dollari e di euro dalle banche occidentali, timorose che le eventuali sanzioni degli Stati Uniti per la crisi in Crimea possano portare ad un congelamento dei beni. Questo determina un allarme per il sistema europeo delle imprese già colpito da un congelamento del credito. La stretta non potrà che peggiorare, se diminuiscono i depositi.

Sberbank e VTB , le banche russe di proprietà statale, così come le aziende industriali, come il gruppo energetico Lukoil, sono tra i gruppi che stanno rimpatriando denaro dagli istituti di credito occidentali con operazioni negli Stati Uniti. VTB ha anche cancellato un vertice con un investitore statunitense previsto il mese prossimo, secondo banchieri di Mosca.

E’ il segnale che la crisi non ha sbocchi diplomatici e ci si prepara allo scontro.

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Queste mosse rappresentano il primo effetto delle ‘sanzioni occidentali’ anche prima che siano rese ufficiali.
Lo stesso stanno facendo le banche statunitensi con le obbligazioni russe. Secondo i dati della Banca dei regolamenti internazionali, le banche statunitensi e i gestori patrimoniali tra loro hanno circa 75 miliardi di esposizione verso la Russia.

Intanto, South Stream, il progetto di gasdotto sostenuto da Gazprom ed Eni, oltre che dalla francese EDF e la tedesca BASF, ha annunciato di aver firmato un contratto del valore di circa 2 miliardi di euro con Saipem Italia per costruire il tratto off-shore del percorso sotto il Mar Nero dalla Russia alla Bulgaria. La costruzione è prevista per il mese di giugno.

Le sanzioni americane potrebbero mettere in discussione l’imponente commessa all’azienda italiana.