Altra condanna per Saviano: dopo il plagio, arriva la diffamazione

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Ormai, per riuscire a contare le varie menzogne proferite dall”uomo in scorta’, Roberto Saviano, ci vorrebbe un calcolatore all’avanguardia.

Questa volta la sentenza arriva dalla Lombardia.
Il Tribunale di Milano ha condannato il noto scrittore per diffamazione, sancendo che lo stesso dovrà versare un risarcimento di 30.000 euro a Enzo Boccolato, la persona ‘offesa’ nel suo noto bestseller ‘Gomorra’.
La causa civile è stata intentata dallo stesso Boccolato, persona incensurata e del tutto estranea ad ogni attività camorristica, che da vari anni vive in Venezuela, ove conduce un’ attività nel campo ittico.

L’uomo ha citato in giudizio il ‘romanziere’ Saviano per averlo impudentemente citato nella frase contenuta a pagina 291 del libro succitato, laddove è chiaramente scritto che Enzo Boccolato insieme ad Antonio La Torre ( fratello maggiore del boss di Mondragone) “si preparava anche a tessere una grande rete di traffico di cocaina”.

Nella condanna, il giudice ha anche ordinato che lo scrittore e la casa editrice di ‘Gomorra’ ( la Mondadori) si assumano l’onere, oltre delle spese legali, anche della pubblicazione sul quotidiano ‘la Repubblica’ di quanto sentenziato dal Tribunale stesso.
Si legge difatti nella sentenza, che il giudice ha ordinato “la pubblicazione dell’intestazione e del dispositivo della presente sentenza a cura e spese dei convenuti una volta a caratteri doppi del normale sul quotidiano ‘La Repubblica’ entro 30 giorni della notifica in forma esecutiva della presente sentenza”.

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Questa sentenza segue quella di fine Settembre, che vide la corte d’appello di Napoli condannare Saviano al risarcimento di 60 mila euro per plagio ai danni di Libra, editore dei quotidiani Cronache di Napoli e Corriere di
Caserta.

Prima ancora, vi era stata la diffamazione degli emigranti italiani di inizio ‘900, con la lettura del fasullo rapporto del Congresso statunitense; e ancor prima, lo scandalo del colloquio telefonico avuto con la madre di Peppino Impastato, completamente inventato.

I lettori giudichino quale credibilità può avere quest’uomo; e nondimeno, qualche credibilità può avere chi ancora si ostina ad utilizzare la sua figura di ‘povero martire’, come mezzo di propaganda, a vantaggio di una ben specifica area politica.

Secoli addietro, Qualcuno che di certo la sapeva lunga, ebbe a dire:” Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecora, e dentro sono lupi feroci”.