Processo allo Stato: “Portate Napolitano in aula”

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La corte d’Assise di Palermo ha deciso, Napolitano, dopo avere incenerito la telefonato hot con Mancino, sarà sentito nell’ambito del processo Stato-mafia che si celebra a Palermo. Come testimone e ‘limitatamente’, dicono i giudici.

Napolitano era stato citato dai pm per riferire in aula sulle “preoccupazioni espresse dal suo consigliere giuridico Loris D’Ambrosio nella lettera del 18 giugno 2012 concernenti il timore di D’Ambrosio di essere stato considerato solo un ingenuo e utile scriba di cose utili a fungere da scudo per indicibili accordì, e cioè nel periodo tra il 1989 e il 1993”.

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“La testimonianza del Presidente della Repubblica – si legge nell’ordinanza di 8 pagine emessa oggi dalla Corte d’Assise – è espressamente prevista dall’art. 205 del codice di procedura penale che disciplina, infatti, le modalità della sua assunzione. Tuttavia, deve tenersi conto dei limiti contenutistici che si ricavano dalla sentenza della Corte Costituzionale del 4 dicembre 2012 e, pertanto, la testimonianza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano richiesta dal pm -prosegue l’ordinanza- può essere ammessa nei soli limiti delle conoscenze del detto teste che, secondo quanto è dato rilevare dalla lettura dell’articolato di prova anche sotto il profilo temporale, potrebbero esulare dalle funzioni presidenziali, pur comprendendovi in esse le attività informali, comunque coessenziali alle prime e coperte da riservatezza di rilievo costituzionale secondo quanto si ricava dalla sentenza citata”.

Chissà se, come consuetudine, si farà portare sul suo trono di velluto rosso?