Report: immigrati pagano quasi metà tasse rispetto un italiano

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Continua il nostro viaggio nei costi dell’immigrazione. Stasera vi faremo scoprire che non solo, sono un costo i clandestini, ma anche quelli che lavorano e che, secondo i media e i politici sarebbero ‘risorse’.

In Italia si contano 2,3 milioni di lavoratori immigrati. Gli immigrati nel loro complesso sono circa il 7% della popolazione. Se il loro apporto all’economia fosse pari alla loro presenza, dovrebbero generare il 7% della ricchezza. Non è così.

Tutta questa massa di persone genera – numeri ufficiali in sede di dichiarazione dei redditi – il 5,4% del totale dichiarato. Quindi il 7% della popolazione, mentre consuma risorse pubbliche pari alla propria presenza, riesce a mala pena a generare il 5,4% della ricchezza.

Non basta. Perché ‘grazie’ alle varie deduzioni di cui godono, pagano di Irpef appena 6,5 miliardi di euro, ovvero solo il 4,3% del totale dell’imposta netta. Quindi: il 7% della popolazione paga il 4,3% del gettito totale. Non proprio una ‘risorsa’, numeri alla mano.

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Questo significa che sono per il nostro sistema economico e soprattutto per il welfare un peso inaccettabile. In proporzione il loro apporto dal punto di vista delle imposte è quasi la metà rispetto a quello degli italiani.

E questo, solo riferendosi alle imposte dirette. Se poi prendessimo in considerazione l’Iva, vista la scarsa propensione al consumo dei ‘migranti’, questo rapporto costi-benefici si alzerebbe ulteriormente.

Le risorse pubbliche che ‘vampirizzano’ sono pari, se non superiori, alla loro presenza, ma il loro apporto nel creare ricchezza è circa la metà. Questo squilibrio è inaccettabile e taciuto dai media di distrazione di massa.
Sono numeri ufficiali quindi sfidiamo chiunque a metterli in discussione. Nessuno lo farà. Non lo fanno mai, con i numeri.

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Fonte: Identità.com