Januzaj: il giocatore senza identità indeciso tra 5 nazionali

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Adnan Januzaj, assurto alle cronache calcistiche inglesi dopo la doppietta al Sunderland, ha un dilemma. Nell’attuale società della confusione delle identità, lui non sa ‘chi è’. Non sa che nazionale di calcio scegliere. E’ nato a Bruxelles e quindi, per lo Ius Soli, potrebbe giocare per il Belgio; oppure, potrebbe decidere di vestire la casacca dell’Albania, scelta più giusta, visto che i suoi genitori – e lui – sono etnicamente kosovari, oppure della Turchia (i nonni abitavano lì) o della Serbia, visto che l’indipendenza del Kosovo non è riconosciuta dalle Nazioni Unite e ufficialmente fa ancora parte del paese.

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Oppure, potrebbe aspettare il 2018, perché, secondo le astruse regole Fifa, un giocatore è convocabile dopo cinque anni in un Paese dopo il compimento dei 18 anni di età (Januzaj è classe 1995). Anche se la federazione inglese ha deciso di non avvalersi di questa regola.

Lo sport ci permette di accendere i riflettori su casi che sono la punta dell’iceberg di problematiche presenti in modo molto più ampio nella società. Stiamo allevando nelle nostre società europee degli individui ‘apolidi’ che non hanno alcun senso di appartenenza rispetto alle nazioni che li ospitano. Ma hanno tutti i diritti.