Clandestini morti: solo uno lo scafista, si rafforza ipotesi stupri da parte dei ‘profughi’

Vox
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Un tunisino, Kaled Bensalam, di 35 anni, di Sfax, è lo scafista del naufragio di Lampedusa.

Il barcone avrebbe avuto anche due persone di equipaggio, fra cui un giovane che però non è tra i superstiti. La Procura di Agrigento ne ha disposto il fermo: l’uomo è indagato per procurato naufragio e omicidio volontario plurimo, ma anche per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Secondo gli inquirenti, potrebbe essere stato sempre lui lo scafista del barcone che lo scorso 11 aprile portò nell’isola delle Pelagie altri 250 invasori. È dunque doppia l’ipotesi di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina contestata nei suoi confronti.

Il tunisino se la spassava in un centro accoglienza. Bensalam sarebbe anche il responsabile dell’incendio. L’uomo avrebbe appiccato il fuoco per fare notare la presenza della nave ai colleghi delle autorità italiane.

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Un testimone racconta di «averlo visto versare benzina o gasolio su una coperta».

Questo è interessante. Un solo ‘scafista’ che ‘obbligava’ i clandestini a venire in Italia.

C’è poi la polemica meschina e pretestuosa di alcuni giornali, tra cui quello dell’elusore svizzero, riguardo all’articolo di TICDI che riportando la notizia di un giornale locale, svelava gli stupri verificatisi durante il viaggio.
Secondo questi ‘giornalisti’, a stuprare le donne – circa 200 – sarebbero stati gli ‘scafisti’ e non i bravi compagni di viaggio. Ora sappiamo che lo scafista era uno, le ha stuprate tutte lui, signori amici dei ‘migranti’? Ha stuprato 200 donne in due o tre giorni? Forse guardate troppi filmini porno.

In questi sbarchi organizzati, non esistono ‘vittime’ e ‘carnefici’, ma ‘complici’ di un reato. E’ uno scambio di interessi: io pago, tu mi porti in Italia. Le uniche vittime sono i cittadini italiani che devono pagare le tasse per mantenerli.