Fassino ‘piange’ miseria: ma regala 5 milioni ai Rom e 1 se lo prende lui

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Se “entro domenica” non saranno trasferiti dal governo ai Comuni i 2,4 miliardi di euro per la copertura della cancellazione della prima rata dell’Imu, il 30 settembre “molti Comuni non saranno in grado di pagare gli stipendi ai dipendenti”. Questa la ‘preghiera/minaccia’ del presidente Anci e sindaco di Torino Piero Fassino.

E allora è interessante capire dove i Comuni spendono, sarebbe meglio dire ‘buttano’, i soldi degli italiani.

Fassino ad esempio, che è tanto disperato per la mancanza di risorse, prende, per le suo insostituibili capacità amministrative, 186.268 euro lordi annui: 931.340 euro in nei cinque anni di mandato.

Non basta. Giovanni Giovannetti, giornalista, ex redattore e inviato del «Messaggero», dal 2005 al fianco di Fassino come addetto stampa, prima alla segreteria dei Ds, quindi al Pd, venne ‘cooptato’ da Fassino al Comune dove, non ostante le polemiche, percepisce oltre 15mila euro di stipendio lordo al mese.

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Poi c’è la bancarotta fraudolenta della società di formazione Csea per la quale la Procura ha iscritto 17 persone nel registro degli indagati. Questi avrebbero sottratto circa un milione di euro dalle casse dell’ente comunale. La Csea fallì a causa di un buco di 22 milioni di euro, fatto con operazioni come quella strampalata di siglare un contratto per la formazione di lavoratori africani da 10 milioni di dollari con il governo della Tanzania. Deve esserci qualcosa di ‘interessante’ in Tanzania e si comprende il perché l’immigrazione sia così benvista dai politici.

I vertici di Csea volarono in Africa più volte: l’ad Renato Perone, arrestato lo scorso gennaio, l’imprenditore ed ex assessore a Borgaro Giorgio Marietta, e il faccendiere Roberto Napoleone. Napoleone è il facilitatore, riceve denaro direttamente dall’ufficio amministrativo di Csea: dollari in contanti. A cosa servono si capisce quando Marietta racconta alla commissione un particolare: «Mentre eravamo in aereo Napoleone aprì una valigetta, fece vedere i soldi e disse: “Questi sono per il ministro Kikwete perché ci faccia passare i corsi e i finanziamenti”». La valigetta finisce nelle mani del ministro, ma Csea dalla Tanzania non vede un euro.

Che dire poi del fatto che il Comune di Torino abbia “investito” oltre 5 milioni di euro per dare alloggio agli zingari, con conseguente taglio degli aiuti a quei “cattivoni” dei malati di Alzheimer?

Anche allora, l’assessore al welfare e alle politiche sociali della giunta Fassino, Elide Tisi, diede la colpa ai tagli imposti dall’alto. E’ un vizio che hanno, quello di scaricare le loro incapacità sempre su qualcun altro.

I Comuni i soldi li hanno, solo che li sprecano. E li rubano.