Bologna cancella mamma e papà: arriva “l’altro genitore”

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Tutti quelli che negavano l’evidenza di quanto detto da Kyenge e dai vari portaborse del Pd, dovranno ricredersi. Perché a Bologna la nuova terminologia giacobinia è stata introdotta. L’assessore alla Scuola, Marilena Pillati, ha comunicato che sui moduli scolastici è stato introdotto il termine generico “genitore” per sostituire le parole “madre” e “padre”. “Un atto di grande buonsenso e di buona politica”:si è subito eccitato il circolo Arcigay ‘Il Cassero’ – che è finanziato dal Comune con le tasse dei cittdini – del capoluogo emiliano.
Perché i termini padre e madre sono ‘discriminatori’. Al che, qualcuno, potrebbe ribattere che è la natura ad essere ‘discriminatoria’. Sicuramente, è stata matrigna in quanto ad intelligenza con il sindaco e gli assessori bolognesi.

Insorge l’arcivescovo Carlo Caffarra sull’ipotesi di elencare “genitore 1” e “genitore 2” con una battuta polemica: “Facciamo un giorno la madre genitore 1 e un giorno il padre”. L’assessore Pillati ha invece sottolineato che non si intende stilare alcuna gerarchia – sarebbe discriminatoria (sono ossessionati) – e che, al più, sarà precisato il “genitore richiedente” l’iscrizione, ad esempio, e l’altro verrà indicato eventualmente come “altro genitore”.

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Insorge la Lega – “L’amministrazione ha svenduto l’identità di mamma e papà agli equilibri di maggioranza”, tuona il capogruppo leghista Manes Bernardini: “Una follia degna di un’amministrazione avvitata su questioni lessicali e lontana dalle esigenze reali. Questa linea di progressivo annientamento della famiglia è preoccupante”. “Qui – rincara la dose Silvia Noè, consigliera regionale Udc – non si tratta ‘semplicemente’ di uniformare una modulistica. La posta in gioco è molto più alta” e “mi appello nuovamente all’amministrazione comunale sempre attenta e sensibile alla tutela delle diversità”, affinchè “non commetta quella che rappresenterebbe la più grande discriminazione di tutti i tempi: quella dei diritti dei bambini”.

In altri tempi, quando ancora i manicomi erano aperti, gente con certe idee bizzarre sarebbe stata internata, ora li fanno assessori. E’ tempo che le persone normali alzino la voce e spazzino via queste minoranze mentalmente instabili.