Illusioni di mezza estate: il Corrierino s’inventa l’apertura del Papa ai gay

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Il declino del Corriere è inarrestabie:

Papa Francesco, tornando in volo dalla Giornata Mondiale della Gioventù in Brasile, ha risposto sull’aereo alle domande dei giornalisti. In particolare, ad una di esse sugli omosessuali, il Pontefice ha risposto dicendo che «si scrive tanto della lobby gay. Io ancora non ho trovato nessuno che mi dia la carta d’identità, in Vaticano. Dicono che ce ne siano. Ma si deve distinguere il fatto che una persona è gay dal fatto di fare una lobby. Se è lobby, non tutte sono buone. Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla? Il catechismo della Chiesa cattolica dice che queste persone non devono essere discriminate ma accolte. Il problema non è avere queste tendenze, sono fratelli, il problema è fare lobby: di questa tendenza o d’affari, lobby dei politici, lobby dei massoni, tante lobby… questo è il problema più grave».

Come si vede – qui l’articolo completo sul corriere.it – papa Francesco non ha fatto altro che ripetere quel che da sempre ripete il magistero della Chiesa, ma sono bastate quelle poche battute per scatenare sui social network le reazioni di molti che hanno strumentalizzato le sue parole quale avallo alle unioni omosessuali (ma come si legge il papa richiama il catechismo, e sul catechismo è chiara la lettera dei punti 2357, 2358, 2359).
Tra l’altro, il corriere, “dimentica” un pezzo della citazione del papa, come si legge su repubblica.it, che ha anche aggiunto: «Il problema per la Chiesa non è la tendenza. Sono fratelli. Quando uno si trova perso così va aiutato, e si deve distinguere se è una persona per bene».

ABORTO E NOZZE OMOSESSUALI. È singolare poi notare come, a parte il sempre ottimo Andrea Tornielli sulla Stampa, nessun sito metta in rilievo la risposta di papa Francesco alla domanda sul perché non abbia parlato di aborto e matrimoni omosessuali. Su questi argomenti, ha spiegato il Pontefice, «la Chiesa si è già espressa, la Chiesa ha già una posizione chiara. E durante il viaggio in Brasile era necessario parlare positivamente».

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E infatti ancora l’edizione in edicola del Corrierino di oggi titolerà una fantomatica ‘apertura’ ai gay di Bergoglio, lo stesso Vescovo che ha organizzato la resistenza anti-matrimoni gay quando era ancora a Baires. Patetico.

Non è mai bello inventarsi le cose, ma il Corrierino avrà ricevuto ordini dalla nota lobby.

E’ triste che si abbia talmente poca convinzione nelle proprie idee, da cercare conferma negli altri. O, nel caso degli stessi gay, avere il malcelato desiderio di essere ‘accettati’: da qui la pagliacciata dei matrimoni gay. Che nasce solo dall’ossessione di sentirsi ‘parte’ di una società che non li riconosce.

Triste soprattutto se visto da chi, come noi, non cambierebbe idea nemmeno se il Papa si convertisse all’omosessualismo più becero. Matrimoni e adozioni gay sono sbagliate perché ‘naturalmente’ ingiuste. Non perché lo dice un uomo, anche se capo di una religione. Del resto, quando il Papa corre a Lampedusa, noi lo attacchiamo, non abbiamo bisogno della sua benedizione per sentirci in pace con noi stessi: perché noi sappiamo di essere dalla parte del giusto. Il Corrierino invece, ha bisogno di inventarsi le notizie tagliando e cucendo le frasi.

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Fonte: Identità.com