Dubai: ragazza norvegese violentata, i giudici la condannano

Vox
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Violentata e condannata per rapporti sessuali fuori dal matrimonio, questo accade a Dubai, noto alleato dell’Occidente e hub finaziario del Vicino Oriente.

La storia ha come vittima una ragazza norvegese, Marte Deborah, ventiquattrenne, che è stata stuprata in una stanza d’albergo dopo una serata di festa con dei colleghi.

Le autorità, però, non le hanno creduto e l’hanno accusata, oltre che di comportamenti indecenti, di spergiuro e consumo di alcol.

“Mi sono svegliata e ho capito che mi stavano violentando. Sono scesa nella lobby e ho chiesto loro di chiamare la polizia”, racconta Marte.

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“Mi hanno chiesto: ‘È sicura di voler chiamare la polizia?’. Io ho pensato: ma certo che voglio chiamare la polizia, perché è quella la reazione naturale che si avrebbe nel Paese da cui provengo”.

Rilasciata dopo quattro giorni, senza passaporto, la ragazza è riuscita a contattare il padre e ora ha trovato rifugio in una chiesa norvegese nella città del Golfo.

Questo mercoledì un tribunale l’ha condannata a 16 mesi di carcere e, dopo il ricorso, la vicenda è diventata un caso diplomatico in seguito alla decisione della ragazza di rendere pubblica la vicenda.
“La nostra speranza è che un dialogo politico possa risultare produttivo nel suo caso”, spiega la ‘Bonino norvegese’, Kathryn Raadim del ministero degli Affari Esteri.
“Però in questo momento siamo nel mezzo di un ricorso in appello. C‘è una causa in corso. Staremo a vedere”.

Difficile scegliere chi è più sano di mente tra i giudici di Dubai, la ragazza ubriaca che si ‘sveglia e si accorge che la violentano’ e il governo norvegese.

Abbiamo due estremi, in entrambi i modelli, quello islamico e quello scandinavo, le donne sono ‘oggetto sessuale’. Chi violenta è una bestia, chi si ubriaca e finisce in una camera d’hotel con loro è stupido. Chi condanna la ragazza è un demente. Islam e ‘consumismo sessuale’ sono i due estremi a cui il Sistema vuole condannarci.