Governi europei spiano propri cittadini e passano dati agli Usa?

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La National Security Agency americana ha lavorato con almeno altri sette paesi europei per la raccolta di dati personali e comunicazioni di cittadini, secondo Wayne Madsen, ex contractor della NSA che – dopo Snowden – si è fatto avanti, perché non pensa che il pubblico debba essere “tenuto all’oscuro.” Secondo Madsen, Danimarca, Paesi Bassi, Francia, Germania, Spagna e Italia hanno firmato accordi segreti con gli Stati Uniti per raccogliere dati sensibili dei propri cittadini e poi passarli agli Usa.

Il Guardian scrive:

Ai sensi degli accordi di intelligence internazionali, confermata da documenti declassificati, le varie nazioni sono classificati dagli Stati Uniti in base al loro livello di fiducia. Gli Stati Uniti sono ovviamente il referente primario, mentre Regno Unito, Canada, Australia e Nuova Zelanda – tutti paesi anglosassoni – in una relazione che ricorda Echelon, godono di relazioni privilegiate. Germania e Francia sono in terza fascia. Poi vengono gli altri.

In un’intervista pubblicata ieri sera sul blog PrivacySurgeon.org , Madsen ha detto di aver deciso di parlare dopo avere letto  preoccupato le “mezze storie” raccontate dai politici europei per quanto riguarda la misura delle attività della NSA in Europa.

Egli ha detto che in base agli accordi, che sono stati elaborati dopo la seconda guerra mondiale, la “NSA fa la parte del leone”. In cambio, le terze parti degli accordi con la NSA, ricevono informazioni di “intelligence altamente depurate”. 

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La notizia potrebbe essere potenzialmente dannosa per i paesi europei, perché cozza con la risposta ufficiale di ‘sorpresa’  e ‘irritazione’ da parte delle cancellerie europee, dopo le rivelazioni fatte dallo Spiegel. Il giornale tedesco parlava  di una sorveglianza elettronica da parte degli Stati Uniti nei confronti dei paesi europei, con un sistema che permetteva di controllare computer e telefoni delle rappresentanze a Washington e alle Nazioni Unite.  Se fosse vero, aveva commentato oggi da Berlino il ministro della Giustizia, Sabine Leutheusser-Schnarrenberger, “la vicenda ricorda l’atteggiamento che si teneva tra nemici durante la guerra fredda”.

Bisogna tenere conto che Madsen non è una fonte alla quale abbeverarsi senza cautela, ma risulta piuttosto credibile che i nostri paesi raccolgano informazioni sui loro cittadini e poi le passino all’Impero. Del resto lo stato di sudditanza nei confronti dei ‘liberatori’, dura ormai da decenni. Ed è evidente.

Intanto l’articolo del Guardian è sparito. Ufficialmente per ‘controllare’ l’attendibilità delle fonti.