Mobilitazione in Croazia: referendum per impedire matrimoni gay

Vox
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Indire un referendum per poter inserire nella Costituzione del paese l’unicità del matrimonio  tra uomo e donna, e impedire così leggi su  nozze gay. E’ questo lo scopo che si è prefisso l’associazione “Nel nome della famiglia”, che nell’arco di sole due settimane ha già raccolto 450.000 firme ( oltre il 10% dell’elettorato croato). Una mobilitazione di popolo che nasce “dalla preoccupazione dei croati per quanto è già  accaduto in Regno Unito e Francia”, spiega Stephen Bartulica, professore dell’Università cattolica della Croazia.

Visto che la soglia per poter indire la consultazione popolare diretta, è già stata ampiamente superata, il referendum dovrebbe avere luogo verso Luglio.

Dovrebbe perché, come accade sempre in Europa, le libere inziative democratiche sono frenate dalle forze oligarchiche ed entropiche.

Già pochio giorni fa, il 29 Maggio, 300/400 attivisti LGBT hanno infatti manifestato contro l’eventuale utilizzo dello strumento democratico per eccellenza, ricordando che la Corte Costituzionale ha tutta la facoltà di impedirlo. Una delle organizzatrici della manifestazione, Sanja Juras, ha infatti spiegato ( con parole al sapor “totalitario”) che “la Corte deve impedire tale referendum: non si possono effettuare referendum sui diritti umani”.

Avete letto bene, ora anche le nozze ( e sicuramente, anche le adozioni)  per i gay, secondo il non illustre parere di chi partecipa a certe manifestazioni, rappresentano un “diritto umano”; ergo, non “possono essere discusse”… Avessero almeno il coraggio di dire che non sono democratici.

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Oltretutto, l’eventuale referendum avverrebbe poco dopo l’ingresso effettivo del paese nell’Unione Europea. La Croazia entrerà infatti nell’orwelliana organizzazione il I Luglio, e già lo scorso anno il Parlamento Europeo si è espresso contro la possibilità che i governi europei possano introdurre,  nelle Leggi Supreme del proprio Stato, norme che “diano una rigorosa definizione di famiglia, impedendo di conseguenza le nozze gay”.

Si preannuncia una dura lotta, quella del popolo croato.