Svezia: dilagano gli scontri etnici, “nuovi svedesi” scatenati

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Stoccolma – La sommossa si allarga e gli assalti si moltiplicano. Stoccolma è sotto shock. Per la quarta notte consecutiva le periferie della capitale svedese sono state al centro di scontri tra polizia e immigrati, con molte automobili date alle fiamme e nuovi arresti. Una situazione che vede per protagonisti immigrati di seconda generazione e “profughi” richiedenti asilo.

Ad accendere la miccia delle proteste, che nelle ultime 24 ore si sono allargate a macchia d’olio in nove banlieue della capitale, è stata l’uccisione la scorsa settimana, con tutta probabilità ad opera delle forze dell’ordine, di un immigrato che stava minacciando alcuni agenti con un machete. Deve essere la loro “cultura”.

L’episodio è avvenuto nel quartiere di Husby, una zona ad alto tasso di immigrazione, abitata in prevalenza da turchi e somali. Complessivamente sono state arrestate almeno otto persone, mentre sarebbero oltre un centinaio – stando alla Bbc che riprende i media locali – le vetture date alle fiamme. Ma la violenza non si è fermata solo ai roghi: nella notte fra martedì e mercoledì sono stati lanciati sassi e pietre contro una stazione di polizia e i vigili del fuoco nelle zone meridionali e occidentali della città.

Le proteste sono una reazione alla «brutalità della polizia», ha tuonato un leader di un’associazione di immigrati di seconda generazione – tipo quelli che sono stati eletti nel Pd – quasi a voler giustificare gli incidenti, e ha tirato fuori la solita scusa del «razzismo» da parte delle forze dell’ordine, che avrebbero apostrofato con il termine «scimmie» alcuni giovani immigrati. Magari anche con qualche “buu”.

«Sembra che gli immigrati stiano approfittando del fatto che l’attenzione della sicurezza è concentrata sul quartiere di Husby per mettere a ferro a fuoco altre zone della capitale», ha affermato il poliziotto Kjell Lindgren. 

Altre 30 vetture sono state bruciate nei sobborghi meridionali della capitale svedese, mentre 11 sono state date alle fiamme nella zona di Husby, a nord del centro della città, dove la violenza è scoppiata quattro giorni fa.

La Svezia ha subito simili attacchi e disordini già nel 2008, quando a Rosengaard nella città meridionale di Malmoe  immigrati si sono scontrati con la polizia, dopo aver dato fuoco ad automobili e bidoni.

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La scorsa notte, i vigili del fuoco che tentavano di salvare un ristorante a Skogaas sono stati attaccati da sassaiole. Gli agenti di polizia sono stati attaccati ad Husby. In diversi altri borghi sono segnalati anche atti di vandalismo e incendi.

La polizia sta lavorando per identificare altri manifestanti, molti dei quali erano mascherati. Ci sono state scene simili quando circa 30 auto sono state incendiate in alcune delle più etnicamente diverse periferie della Svezia, tra cui anche Norsborg e Vaarberg.

Una scuola a Husby e un centro culturale sono stati dati alle fiamme insieme ai cassonetti. Una scuola è stata data alle fiamme a Skaerholmen e una stazione di polizia ed edifici nel centro di Jakobsberg stati vandalizzati. L’età media delle persone arrestate martedì è stato di circa 20, ha detto la polizia. 

Tra gli immigrati provenienti da paesi al di fuori dell’Unione europea , la percentuale di persone senza lavoro o in programmi di lavoro è stato 16,5 per cento nel 2011, rispetto al 5,7 per cento per gli svedesi etnici, secondo Statistics Sweden . L’anno scorso, il 23 per cento dei 881.235 abitanti di Stoccolma  è composto da immigrati, stessa percentuale di Goteborg.

Su un totale di 103.000 immigrati entrati in Svezia l’anno scorso, 43.900 erano richiedenti asilo, quasi il 50% in più rispetto al 2011. Quasi la metà di questi erano presunti rifugiati da Siria, Afghanistan e Somalia. Tutti da mantenere.

Tra 44 paesi industrializzati, la Svezia è il quarto del numero assoluto dei richiedenti asilo, e la seconda rispetto alla sua popolazione, secondo i dati delle Nazioni Unite.

A cosa servono gli immigrati? A bruciare e distruggere.




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