“Ci vuole la pena di morte, un criminale che si macchia di un delitto così efferato non deve vivere negli alberghi delle prigioni coi miei soldi e quelli dei cittadini. Certi delitti vanno puniti”. Lo dice Giancarlo Gentilini, su Kabobo.
“Ci vorrebbe un’iniezione letale perché la morte deve essere data lentamente. Sono portavoce della volontà della gente e quelli di Kabobo sono delitti senza senso, è un delitto pazzesco e la pazzia va eliminata”. Per l’esponente della Lega “l’unica alternativa sono i bagni penali di francese memoria, andare a spaccare pietre dalla mattina alla sera finché non riescono più a spezzare le pietre. C’è chi difende la vita e fa sproloqui, ma li vorrei vedere se accadesse ai loro familiari, è molto facile parlare sulla pelle degli altri”.
“Quando giro per Treviso i miei concittadini dicono che Kabobo lo avrebbero strozzato e la voce del popolo è la voce di Dio”.
Poi sull’altra picconatrice: “Vuole eliminare il reato di clandestinità, una bestialità. Io voglio invece che gli immigrati si appuntino sul petto un pezzo di lenzuolo, con nome, cognome e luogo di destinazione. Come succedeva con gli emigranti italiani. Bisogna sapere chi calca il territorio italiano”.