Ci siamo: la procura chiede “infermità mentale” per Kabobo

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Ci siamo, tutto come da copione. Dalla “documentazione medica trasmessa dalla Casa Circondariale di Milano” e “dalle dichiarazioni rese dall’indagato” nell’interrogatorio “emergono segni inequivocabili di una situazione di infermità mentale”.

Lo si legge nell’atto con cui la Procura di Milano – la solita procura di Milano – ha chiesto una perizia psichiatrica su Adam “Mada” Kabobo, il ghanese di 31 anni che l’11 maggio scorso ha aggredito a colpi di piccone, in zona Niguarda, alcuni passanti, uccidendone tre.

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Il pm Isidoro Palma nei giorni scorsi ha chiesto al gip di Milano, Andrea Ghinetti, di “procedere con incidente probatorio”, per “cristallizzare” la prova in vista del processo, a una perizia “finalizzata all’accertamento della capacità dell’indagato di partecipare coscientemente al procedimento, all’accertamento della capacità dell’indagato di intendere e di volere al momento del fatto” e alla sua “pericolosità sociale”.

Secondo il Pm, “emergono segni inequivocabili di una situazione di infermità mentale riguardante l’indagato, tale da minarne la sua cosciente partecipazione al processo e la sua capacità di comprendere il disvalore degli atti compiuti”. Sulla richiesta di perizia il giudice deciderà nei prossimi giorni.

Del resto la procura di Milano è nota per salvare gli immigrati dal carcere attraverso la “infermità mentale”.
Era successo con Oleg Fedchenko, ucraino di 27 anni che nell’agosto 2010 massacrò a pugni una donna che incontrò in strada uscendo di casa. Nel 2012 è stato assolto per infermità mentale e per lui sono stati disposti 5 anni di ospedale psichiatrico giudiziario. Kabobo tra cinque anni sarà nuovamente libero di girare con il piccone. Ma qualcuno lo aspetterà fuori, quando esce.




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