Alfano: “lo Stato c’è”, ma dove?

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“Lo Stato c’è e non si fa fermare da alcuni delinquenti che questa notte potevano uccidere”, lo dice Alfano riguardo agli ordigni lanciati contro il cantiere per la Tav. Ed è una pessima battuta, vista la situazione di questi giorni: quando vedete lo “Stato”, salutatecelo. Certamente non era a Milano l’altra mattina, quando un clandestino ha scannato tre italiani. E non era nemmeno a Castagneto giorni fa, quando un altro ghanese ha massacrato una ragazza italiana. E non è a Lampedusa, quando sbarcano gli invasori, se non per favorirne l’arrivo. E allora il ministro degli interni conservi le energie per fare qualcosa, invece di parlare al vento.

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Non solo. E se le azioni contro la Tav in Val di Susa – non contro la Tav in generale – fossero solo il diritto di una valle a difendersi dall’aggressione dello Stato? La reazione in difesa del proprio diritto naturale di comunità? Ecco, lo Stato c’è, ma solo quando ci sono da coercire i diritti degli italiani.