«Mamma, esco un attimo»: non tornerà più, è l’integrazione

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MILANO – Aveva detto alla madre: «Scendo al bar che ha appena aperto perché non riesco a dormire». Non tornerà più a casa.
Lui ha 40 anni, è uno dei tanti disoccupati dell’Italia di oggi, così matrigna con i suoi figli e così accogliente con i figli degli altri. Abita con la madre anziana e vedova. Uscito di casa trova Mada Kabobo, ghanese di 31 anni, clandestino e con precedenti penali lunghi un kilometro, magari soccorso a Lampedusa di dipendenti statali della guardia costiera. La sua vita finisce lì. Il protetto di Boldrini lo colpisce alla testa, più di una volta, per infierire quando lo vede svenuto al suolo.

Prima di lui, il “migrante” aveva già preso a picconate tre persone in altrettanti punti del quartiere Niguarda, zona nord di Milano.

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«Un ragazzo tranquillo, silenzioso. Non aveva mai fatto del male al nessuno, era l’esatto contrario di un attaccabrighe». Poi ha incontrato il “migrante”.

Ma il ghanese cerca altri italiani da ammazzare. Così in via Monterotondo trova un ragazzo di 21 anni, appena rientrato in casa dopo una notte di lavoro in giro per rifornire edicole, che alla vista del piccone insanguinato tenta di fuggire ma viene a sua volta colpito alla testa, più di una volta. Con sempre più accanimento, fino a perdere materia cerebrale. Ora è in ospedale, le sue condizioni sono gravissime.

E’ l’integrazione.