Scandalo: un clandestino per ministro

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L’attuale ministro della dis-integrazione è entrata in Italia in modo irregolare, e vi ha vissuto da clandestina per un anno «il vescovo della mia città mi aveva trovato una borsa di studio alla Cattolica di Roma», ma questa borsa non è esisteva e non è mai arrivata.

In Italia, ha spiegato ancora il ministro, è stata aiutata da «un prete, un rifugiato dall’Ungheria che mi ha fatto conoscere una donna che lavorava in Zimbabwe e poi Adele Pignatelli che ha una associazione di medici a Roma. Loro mi hanno dato la possibilità di avere i documenti. Devo dire grazie a queste persone».  Urge interrogazione parlamentare per sapere chi, come e su quali basi ha concesso dei documenti alla congolese.

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E ci chiediamo: è normale che una straniera entrata clandestinamente in un paese ne diventi ministro? E’ ovvio che, vista la sua storia personale, sia disponibile ad aiutare altri clandestini che come lei violano la legge italiana. E’ come mettere Riina agli Interni.

 




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