Migliaia di “nuovi europei” pronti a combattere in Siria, e poi tornare…

Vox
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L’Europa sta vivendo un fenomeno pericoloso: l’esportazione di islamismo dall’Europa al Medio Oriente. Secondo l’ Associated Press, un enorme massa di cosiddetti “nuovi europei”, quelli nati in Europa, magari figli di genitori già nati in Europa e quindi di terza generazione, sta affluendo in Siria per combattere “la guerra santa” contro il regime di Assad in Siria. La AP riferisce: “Da gran parte dell’Europa occidentale, migliaia di giovani islamici hanno raccolto la chiamata a prendere le armi per una causa che si trova a poche ore di distanza in aereo. Il fenomeno ha messo in allarme le autorità in presenza di segnali che la rivolta sta diventando sempre più radicalizzata, con forti infiltrazioni di al-Qaeda.” Nessun problema se crepassero in Siria sotto i colpi di Assad, ma se così non sarà, grazie ai loro passaporti che li rendono Francesi, Britannici, Tedeschi e domani magari Italiani di carta, torneranno indietro. E torneranno istruiti al terrorismo. Il seguito lo immaginate da soli.

L’impossibilità di integrazione dei giovani musulmani nei paesi occidentali ha creato la minaccia del terrorismo interno in Europa, insomma ci siamo importati il male in casa.

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Gli Stati Uniti hanno già affrontato gli immigrati americani combattere per conto di Al-Qaeda in Somalia . Per anni, l’FBI ha cercato di svelare i segreti di ciò che ABC News descrive come “un oleodotto proveniente dai Twin Cities, che vantano grandi problemi di immigrati somali, in Somalia.” Fenomeni simili sono stati descritti per quanto riguarda i terroristi originari occidentale paesi viaggio in Iraq e in Afghanistan, come bene.
Al fine di evitare lo stesso tipo di attività in Belgio, i funzionari belgi hanno partecipato a una scansione anti-terrorismo progettato per arrestare potenziali terroristi che vogliono recarsi in Siria. In Brussel, un sindaco ha vietato una cucina musulmana minestra si sentiva stava reclutando giovani arrabbiati musulmani in Siria.
Altrettanto importante, l’Europol, l’agenzia di polizia europea, afferma che i combattenti che tornano dall’estero dopo aver partecipato nel terrorismo “hanno il potenziale di utilizzare la loro formazione, esperienza di combattimento, conoscenze e contatti per le attività terroristiche all’interno dell’UE.” Dopo le esperienze dell’America con il ceceno-visita Tamerlano Tsarnaev, l’Europa è profondamente preoccupato per qualcosa di simile accada sul proprio suolo. In realtà è già accaduto a Londra.
Ma gli xenofili continuano a non capire. Jos Vander Velpen, presidente della Lega belga dei diritti dell’uomo, ad esempio, dice: “Stiamo parlando di questi giovani, e non si può far loro cambiare opinione con un approccio repressivo.” No, non si può. L’unico modo è rimandarli da dove sono venuti. E soprattutto evitare ne vengano altri.

Non è tempo di “ministeri dell’integrazione”. C’hanno già provato Francia e Gb, i risultati sono questi.