La doppia morale occidentale: Bahrain e Siria

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Business is business. Lo sanno bene quei simpatici del circo della F1, da Montezemolo ad Ecclestone.
In Bahrain, ormai da due anni, sta accadendo la stessa cosa accaduta in altri paesi arabi e che sta accadendo in Siria: la maggioranza – in questo caso sciita, circa il 70% dei cittadini – si sta ribellando alla tirannia della minoranza sunnita rappresentata dal solito reuccio del golfo Ḥamad bin ʿĪsā Āl Khalīfa. Ma in questo caso, Usa e Occidente non sono dalla parte dei “ribelli”, e no, perché gli Sciiti sono supportati dagli Iraniani e perché il tiranno del Bahrain è un amico.

Così, mentre il Qatar sostiene ad esempio i terroristi islamici sunniti in Siria contro il cripto-cristiano Assad, con la scusa della “democrazia”, i carri armati sauditi sono stati spediti in Bahrain per puntellare la dittatura sunnita. Fantastico.
Ora, noi non siamo zulù, sappiamo benissimo che gli Stati agiscono in base alle loro convenienze – e giustamente – vorremmo solo che i media la smettessero di camuffare queste convenienze con la “esportazione della democrazia”. Che poi queste convenienze siano, secondo noi, anche mal considerate – ad esempio in Siria la convenienza occidentale sarebbe appoggiare Assad – è un altro discorso ancora.

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E’ meraviglioso notare come i media di distrazione di massa siano capaci – nella loro servitù morale – di esaltare i terroristi siriani come “ribelli”, e considerino invece quelli del Bahrain come i “cattivi” che non lasciano i simpatici della F1 giocare in pace con le loro macchinine.

Intanto a Manama gli scontri tra manifestanti sciiti e polizia proseguono, con giovani che incendiato copertoni lungo le strade che attraversano i sobborghi sciiti alla periferia della capitale. La polizia è intervenuta con i gas lacrimogeni e sparando proiettili di gomma per disperdere i manifestanti che scandivano slogan contro “la corsa di sangue”.

Per informazione: in Bahrain oltre la metà della popolazione è composta di immigrati per la maggior parte asiatici, privi di qualsiasi diritto. E’ interessante notare come, gli stessi politici, organizzazioni ed enti vari che ci tartassano i cosiddetti con i “diritti dei migranti”, siano poi così teneri con chi, i “migranti”, li tratta come bestie da soma. Sarà questione di soldi?