Siria: nuova fatwa invita a stuprare le donne “non islamiche”

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“E’ lecito per gli oppositori del regime di Bashar al-Assad stuprare qualunque donna siriana non sunnita”. E “non sunnita” in Siria, in pieno stile AdnKronos-Boldrini, significa sostanzialmente Alawita o Cristiano, e gli Alawiti sono non islamici, probabilmente criptocristiani, costretti a dissimulare la loro fede per secoli sotto il dominio musulmano. Questo diritto allo stupro è stato lanciato con la fatwa di Yasir al-Ajlawni, salafita giordano, che vive da circa 17 anni a Damasco.

La Alawita è una religione fintamente islamico sciita, ed la religione della minoranza etnico-confessionale di Assad al potere. Secondo lo sceicco salafita basta essere una donna alawita o cristiana, perché sia legittimo essere stuprata dai seguaci di Allah.

L’editto religioso di Yasir al-Ajlawni pubblicato su Youtube, definisce “melk al-yamin”, schiave di fede non musulmana, come vengono definite nel Corano, le donne Cristiane e Alawite che lo sceicco autorizza a stuprare.

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Non è il primo editto ad autorizzare stupri nei confronti di donne prigioniere siriane, nel 2012, il predicatore saudita Muhammad al-Arifi aveva autorizzato i jihadisti a contrarre, con le prigioniere non islamiche, una sorta di matrimonio ‘a tempo’, pratica che nell’ipocrita religione maomettana consente prostituzione e stupro, senza peccare. Infatti, il “buon musulmano” non va a puttane, ma contrae un matrimonio di cinque minuti con la prostituta. E sempre con lo stesso “mezzuccio” non stupra, perché lo stupro della moglie è qualcosa non contemplato dall’Islam.

Sul tema, tempo fa, l’egiziano Ishaq Huwaini incoraggiava la vendita al mercato degli schiavi delle concubine, definite come “ciò che la vostra mano destra possiede”. Oggetti, animali sessuali.

Secondo una pratica ampiamente condivisa tra gli “ulema” – i preti islamici sunniti -, se un uomo vuole una donna va al mercato, sceglie quella a lui più gradita e la compra.

E l’Occidente che fa? Si schiera con gli stupratori.




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