L’odore della crisi: ad Atene si bruciano i mobili per scaldarsi

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Quando cala la sera ad Atene un odore di legna bruciata si diffonde nelle strade della città. “E’ l’odore della crisi” che arriva dalle stufe a legna e dai camini usati per riscaldare gli appartamenti. I greci li hanno rimessi in funzione e ci bruciano vecchie porte, imposte di legno dismesse, pedane da mercato e vecchio mobilio. Sprigionando fumi tossici.Migliaia di condomini hanno deciso nelle loro assemblee di non acquistare più la nafta necessaria al loro funzionamento.

Le case fredde non sono solo quelle delle zone più povere e marginalizzate, ma anche normali appartamenti medio borghesi, abitati da impiegati pubblici, piccoli imprenditori in crisi, nuovi disoccupati. E’ questa la fascia di popolazione, la più significativa numericamente, che ha subito il colpo più duro. Le politiche di austerity, i tagli degli stipendi, l’azzeramento delle tredicesime, la crisi conseguente del commercio interno hanno messo in ginocchio la classe media che oggi affollano le sale d’aspetto degli ambulatori per indigenti, dove medici volontari forniscono gratuitamente assistenza sanitaria, prescrizioni e medicine. Chi perde il lavoro infatti, non può più pagare i contributi statali per la copertura sanitaria, e, dopo un breve periodo iniziale in cui lo stato garantisce la copertura, finisce privo di ogni assicurazione. I ticket per le analisi specialistiche negli ospedali pubblici sono spesso troppo cari e i malati cronici, che non possono acquistare i medicinali costosi, rimangono senza cure.

E in questa situazione di catastrofe economica e sociale, gli immigrati continuano a parassitare il sistema sanitario greco togliendo risorse agli autoctoni e ingolfando anche le strutture d’emergenza per i poveri. L’Ong Medecins du Monde, che ha parlato di crisi umanitaria, accoglie nel suo ambulatorio gratuito di Atene circa 2000 persone al mese, quasi la metà dei quali sono stranieri.

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Questo è – come lo definì l’ineffabile Mario Monti – il “grande successo dell’euro” che sta lottando per sopravvivere alle ricette sbagliate imposte dall’Unione Europea.

In questo contesto di povertà diffusa e concorrenza per l’essenziale che i Greci si trovano a dover subire da parte degli immigrati – spesso violenti e privi di ogni scrupolo – l’unica speranza per molti è il movimento Alba Dorata. I cui militanti hanno messo in piedi una rete di solidarietà civica per proteggere le fasce più deboli della società ellenica: si va dalla distribuzione di cibo agli anziani e ai bambini, alle ronde di protezione contro la criminalità d’importazione, alla “chiusura” di negozi etnici.

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Intanto si profila un nuovo taglio di migliaia di posti di lavoro tra i dipendenti statali, imposto dall’Unione Europea. Alba Dorata aspetta e si prepara. La rivoluzione nazionale è sempre più vicina.




6 pensieri su “L’odore della crisi: ad Atene si bruciano i mobili per scaldarsi”

  1. ervino ha ragione, arrivano i tedeschi e si comprano tutto, come con Cipro, che ha rifiutato e adesso in tavola a pranzo mettono la tesserina bancomat (con sale e olio. se li hanno).
    aspettate la scomparsa di banconote e monete e vi accorgerete solo allora di quanto l’avete presa in culo. SE ve ne accorgerete.

I commenti sono chiusi.