Papa Francesco I: matrimoni e adozioni gay una «guerra contro Dio»

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Di fronte alla sentenza di un giudice che permise il matrimonio tra due uomini, l’Arcidiocesi di Buenos Aires guidata da quello che oggi è il nuovo Papa, definì la sentenza “assolutamente illegale”. Il Cardinal Bergoglio affermò che l’Esecutivo “ha mancato gravemente al suo dovere” non ricorrendo contro la decisione.

L’allora arcivescovo Bergoglio fu molto duro: “il Cardinal Bergoglio ha ribadito che, non ricorrendo contro la decisione del giudice nel contenzioso amministrativo sul matrimonio di persone dello stesso sesso, aveva mancato gravemente al suo dovere di governante e di custode della legge”. Allo stesso modo, afferma il comunicato, “la Costituzione e i Codici nazionali non possono essere modificati da un giudice di prima istanza. In questo caso spetta al rappresentante dell’Esecutivo prendere tutte le misure perché ci sia la certezza della legalità dell’atto, che in questo caso è assente, e da questo sorge il dovere di ricorrere”.

“La crisi di valori che interessa oggi la nostra società fa dimenticare che l’origine stessa della parola ‘matrimonio’ risale a disposizioni ancestrali del Diritto Romano, in cui il termine ‘matrimonium’ era collegato al diritto di ogni donna di avere figli riconosciuti espressamente all’interno della legalità”. La parola “matrimonio”, spiegano, “allude giustamente a questa qualità legittima di ‘madre’ che la donna acquisisce attraverso l’unione matrimoniale. Spesso si è cercato di associare erroneamente il termine ‘matrimonio’ al sacramento cattolico che porta lo stesso nome, senza tener conto del fatto che il vocabolo e la realtà che vuole esprimere sono stati consacrati dal Diritto Romano moltissimo tempo prima che il cristianesimo apparisse nella storia dell’umanità”.
Affermare l’eterosessualità del matrimonio non vuol dire discriminare, ma partire da un elemento oggettivo che è il suo presupposto“.

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I suoi rapporti con la politica del suo paese sono stati, infatti, molto conflittuali. Nestor Kirchner quando era presidente, al colmo dell’ira, ebbe a dire contro di lui una celebre frase: “Dio è di tutti, ma, attenti! Anche il diavolo raggiunge tutti, sia quelli che usano i pantaloni sia quelli che portano le tonache.”
Bergoglio fu descritto dal regime come il più pericoloso e ostinato oppositore, il nemico in casa, l’uomo da combattere e neutralizzare a tutti i costi.
L’ultima battaglia il cardinale Bergoglio l’ha combattuta con l’attuale presidentessa dell’Argentina, Cristina, vedova di Néstor Kirchner, a proposito della ratificazione del matrimonio omosessuale e delle adozioni gay.

COSI’ REAGIRONO GLI ENTI SOTTO LA RESPONSABILITA’ DELL’ALLORA ARCIVESCOVO DI BUENOS AIRES:

Il Segretariato Nazionale per la Famiglia ha reso pubblico un comunicato in cui afferma che “il matrimonio si è sempre costituito sulla base dell’unione di un uomo e una donna, ma è anche una vera istituzione, chiamata a svolgere una funzione sociale insostituibile: facilitare e promuovere la comunità di vita scelta dai coniugi, costituire un ambito adeguato alla procreazione e all’educazione dei figli ed essere quindi il cuore della famiglia, che a sua volta è una cellula fondamentale della società. Per questo, il matrimonio trascende l’interesse particolare dei coniugi e interessa anche quello generale. Da ciò deriva il fatto che, da quando l’uomo è tale, sia stato oggetto di regolamentazione sociale”.
“E’ logico considerare a parità di condizioni ciò che può arrivare a offrire ai figli la coppia composta da un uomo e una donna e quella formata da due persone dello stesso sesso?”, si chiede. “Decisamente non è ragionevole – risponde -. Solo la prima e non la seconda può metterli al mondo come frutto dell’incontro personale. Solo la prima e non la seconda può fornire al bambino le figure del padre e della madre e modelli autenticamente maschili e femminili, indispensabili per la sua crescita integrale”. Il Segretariato sottolinea la necessità di non “semplificare il tema sulla base di una presunta discriminazione. Non tutte le diversità di trattamento sono negative, ma quelle che risultano arbitrarie e ledono la garanzia dell’uguaglianza e quindi l’esercizio dei diritti fondamentali. La nostra Costituzione e le leggi sono piene di distinzioni giuste e ragionevoli che non sminuiscono in alcun modo chi non ne è interessato”. Anche la Commissione Nazionale Giustizia e Pace ha affermato che “questa decisione rappresenta un segno di grave leggerezza politica che presenta un serio precedente legislativo”, “in temi di importanza fondamentale come l’istituzione familiare, per la costruzione della nostra società”.
“La difesa di situazioni particolari può essere raggiunta per altre vie senza il bisogno di rimuovere dalle basi l’ordinamento giuridico familiare della nostra società”, ha aggiunto. “In un momento di incertezza per i seri problemi di violenza e insicurezza, di abuso di droghe, di solitudine e angoscia di tanti argentini, facciamo appello al rafforzamento dell’istituzione familiare e dei legami insostituibili che essa genera come fattore di educazione e contenimento affettivo”.