Libia, continui assalti contro infedeli e occidentali

Vox
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Agguato ad un sacerdote nella nuova “democrazia” libica, frutto della primavera araba appoggiata dall’Occidente.  Un uomo armato è entrato ieri nella cattedrale cattolica di Tripoli e ha sparato contro padre Magdi, mancandolo. Il Vicario in Libia, monsignor Giovanni Martinelli, ha dichiarato che l’intento era quello di uccidere e che l’assalitore ha sparato da una distanza di 2-3 metri con un Ak47. “E’ la prima volta che succede una cosa del genere, siamo molto preoccupati”, sottolinea il monsignore. I religiosi coinvolti hanno informato le autorità e si sta cercando di capire quali fossero le motivazioni del gesto e l’identità dell’assalitore.

“Nel Paese c’é la corrente salafita che punta a confondere le idee: non ammettono il confronto, sparano, invadono, uccidono. Non è un Islam che cerca il dialogo questo. E’ una cosa nuova per la Libia a cui non possiamo rimanere indifferenti”, sottolinea il religioso. Dall’inizio dell’anno si sono moltiplicati in Libia le intimidazioni contro gli occidentali e in genere i non-musulmani. Ma è la prima volta che si verificano episodi del genere in Tripolitania. In Cirenaica, in particolare a Bengasi, le intimidazioni non si sono fermate neppure dopo l’assalto, l’11 settembre scorso, contro la sede diplomatica Usa, costato la vita a quattro americani tra i quali l’ambasciatore Chris Stevens. Le autorità hanno puntato l’indice contro la milizia islamica Ansar al Sharia.

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A gennaio uomini armati hanno cercato di uccidere il console italiano Guido De Sanctis, mentre da febbraio sono finiti nel mirino delle brigate islamiche i cristiani copti. Nei giorni scorsi circa 100 persone con passaporto egiziano sono state arrestate con l’accusa di “proselitismo”, mentre il 28 febbraio uomini armati hanno assaltato una chiesa copta, aggredendo un sacerdote ed il suo aiutante. Ieri  i miliziani di Ansar al Sharia hanno circondato la scuola europea a Bengasi, accusando gli insegnanti di diffondere la pornografia, per aver distribuito agli studenti un testo di educazione sessuale. L’azione non ha provocato vittime o feriti ma il personale della scuola è rimasto sconvolto dalla vicenda.

Questa è la Libia del dopo Gheddafi. Un Paese nel caos dove è in corso una caccia agli infedeli occidentali e in cui il fondamentalismo islamico è sempre più diffuso. Gli occidentali hanno appoggiato questa rivoluzione e ora sono nel mirino di coloro che hanno aiutato. Lo stesso tragico errore si sta commettendo in Siria.