Altro schiaffo: i Marò tornano a casa – per ora – ma l’Italia paga il riscatto

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L’Alta Corte del tribunale del Kerala ha autorizzato una licenza di due settimane. La decisione ora deve essere approvata dal governo indiano, che già si era espresso positivamente.

Per la licenza natalizia dovrà essere lasciato quello che sostanzialmente è un riscatto e che loro chiamano “garanzia finanziaria di 60 milioni di rupie, pari a oltre 826 mila euro”. Che uno Stato sovrano chieda ad un altro Stato sovrano una “garanzia” finanziaria mette in evidenza il “rispetto” che l’India ha nei confronti nosti, grazie ad un governo imbelle composto da animebelle.

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“Abbiamo appreso la notizia con grande sollievo” – commenta l’inutile ministro degli Esteri Giulio Terzi – che poi dà prova della sua imbecillità:
“una prova della sensibilità indiana per i valori piu sentiti del popolo italiano per l’importante festività natalizia”. Oltre alla cauzione tra le condizioni poste dall’Alta Corte c’è anche quella di una dichiarazione giurata dell’ambasciatore d’Italia in India e dal console generale di Mumbai che deve essere presentata al tribunale di Kollam dove è in corso il processo. La licenza non può superare la data del 10 gennaio. Inoltre, come ha spiegato l’avvocato Vijaya Bhanu, “le autorità italiane dovranno segnalare alla polizia di Kochi i movimenti dei due militari”.

Da parte indiana arrivano invece le proteste. “La licenza natalizia – spiegano i responsabili di alcune associazioni di pescatori indiani – è un imbroglio ed una vergogna per l’India. Come può il governo permettere una licenza temporanea a questi due militari italiani? In base a quali assicurazioni se ne andranno? Tutti sanno che “esiste un’istruttoria aperta in Italia contro di loro, così si dirà ad un certo punto che la loro presenza è imprescindibile per portare avanti il processo. L’Italia può adottare questo stratagemma per evitare che essi siano processati qui”.

Rimangono indelebili le parole fiere di Massimiliano Latorre: “Se torneremo in India? Certo: noi abbiamo una parola sola ed è parola di italiani“. Se solo i politici fossero come i marò…