Tifosi dello Zenit a Spalletti: “Non vogliamo Africani in squadra”

Vox
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Non si sentono razzisti, ma non vogliono assolutamente né gay, né neri nella squadra che tifano. E’ la legittima posizione assunta dagli ultrà dello Zenit San Pietroburgo, club campione di Russia, con un comunicato. “Non siamo razzisti. Per noi, l’assenza di giocatori di colore nello Zenit è una tradizione importante che evidenzia l’identità della società e nulla più”, affermano i supporters che fanno parte del gruppo Landskrona.

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Non è piaciuto l’acquisto del brasiliano Hulk, prelevato dal Porto per la vergognosa cifra di circa 60 milioni di euro.
“Per quale motivo l’Athletic Bilbao che schiera solo calciatori baschi è ammirato mentre il nostro club e i suoi tifosi sono accusati di razzismo?”, si chiedono i membri di Landskrona. “Noi, in quanto società settentrionale di un’importante città europea, non abbiamo nessun legame con la mentalità africana, sudamericana o australiana”, affermano ancora. Il passaporto e la razza non sono gli unici ‘criterì che i tifosi prendono in considerazione. “Siamo contrari alla presenza di rappresentanti delle minoranze sessuali”.

La società ovviamente si dissocia lo fa anche attraverso le parole del pallonaro multimilionario Spalletti che recita a memoria la solita solfa autolesionista: “La tolleranza è la capacità di comprendere e accettare la diversità. Essere tollerante -dice il tecnico toscano- significa anche lottare contro ogni forma di stupidità”.
“Posso garantire che farò il possibile per aiutare chi cerca di spiegare alla gente cosa sia la tolleranza e quanto sia importante rispettare la cultura e le tradizioni di tutti -prosegue Spalletti-. Lo Zenit ha dimostrato con i fatti cosa significhi tenere un comportamento tollerante e aperto. La squadra” nella quale milita anche Mimmo Criscito “ha accolto giocatori provenienti da diversi paesi. Gli atleti lavorano bene insieme per raggiungere un obiettivo comune, i loro sforzi hanno portato e portano risultati tangibili”. A San Pietroburgo, Spalletti è stato accolto benissimo. “La gente è sempre stata apertissima. Se ci si comporta bene, San Pietroburgo si prenderà cura di te in maniera splendida. La città è accogliente e pronta a ogni tipo di esperienza. Allo stesso tempo, non dobbiamo dimenticare che San Pietroburgo è una città ricca di storia ed è pronta a difendere le proprie tradizioni”. Appunto, le tradizioni vanno difese, e non lo si fa strapagando inutili giocatori africani. O tra gli obblighi ora, c’è anche quello di tifare chi vuole il sistema di potere globale?